#77 - piccole assenze.


piccole assenze è questa mattina di pioggia ferma
piccole assenze sei tu che vai da sola
piccole assenze è ieri sera con un amico ritrovato
piccole assenze è un cuore in bilico tra ieri e maipiù
piccole assenze è il rumore sordo del motore del mondo in folle
piccole assenze è quel bacio sul marciapiede all'angolo tra plinio e bronzino
piccole assenze è l'abito che non metto mai
piccole assenze è nel pasto che arriva al tavolo quando ormai siamo tutti via
piccole assenze è la città di notte
piccole assenze è la notte di città
piccole assenze è ritagliarsi uno sguardo speciale della ragazza coi tatuaggi che smista piadine
piccole assenze è cucirsi gli attimi addosso fino a restare nudi
piccole assenze è rimestare gli altrove con le mani
piccole assenze è l'esserci senza esserci
piccole assenze è questo pezzo dei tool
piccole assenze è risalire la corrente di un pensiero, uno per volta
piccole assenze è prendere aria negli spazi vuoti di ciò che non sei
piccole assenze è tutti i posti in cui non sei ancora stato
piccole assenze è tutti i posti da cui non te ne sei andato
piccole assenze è quelle scale che non sai dove portano
piccole assenze è dove mi trovo
piccole assenze è dove mi cerco.

#76 - Unplugged.


lo hai aperto, quell'armadietto, non so nemmeno come hai fatto, forse mi hai curato mentre mettevo la combinazione, forse hai avuto culo, forse sei Dio e hai deciso che doveva succedere.
e mentre io ero immerso nella respirazione su di un parquet circondato da specchi, con una parete di vetro a separarmi da quindici energumeni più tatuati che pompati che spingevano di panca e di bicipite te lo sei preso, il mio contatto con il mondo.

you. are. disconnected.

è solo un oggetto, ma è anche un filo tra me e questo posto, è il polso del mondo quando il mondo sta zitto, è lo scivolo per le parole. ed è un'autostrada di pensieri in transito. 
ed eccomi qui nel silenzio. a valutare, a soppesare. a cercare di capire se forse forse non sia un bene, mettere un po' d'aria e un po' d'acqua tra questo me e quell'altro me. 
nel frattempo mi invento funamboliche esecuzioni sommarie per te, che sei stato artefice del mio destino, che forse alla fine mi hai fatto un favore, ma che perdonarti mai. ecco cosa hai vinto:
ti immagino legato e infilato in una colonna di copertoni, e immagino il tuo sguardo quando ti cospargo di benzina e accendo il tutto: le vedi le mie parole da dietro le fiamme?

stammi bene, stronzo.

pranzo spesso da solo, io. solo con i miei pensieri, solo con i vostri. vi leggo, leggo i rimbalzi. il mio pranzo da disconnesso di oggi ha portato a questo post. e ha portato a pensare che in fondo è così che deve andare, è così che si può trovare un equilibrio. e poi non si sta così male senza tutto quel vociare che mi tiro addosso.
come finirà? finirà che mi prendo un altro smartphone, però più phone e meno smart di prima. molto meno smart di prima. e il tempo per le parole diventerà un tempo cercato e non più un tempo scontato dal mondo. ma non sarà più come prima. voglio più aria attorno a me. voglio più silenzio. 

cercasi nokia 3310.
 funzionante.